
Era il 1655 quando un violento terremoto, come molti in quella zona, colpì la città di Lima in Perù. Esso provocò diversi danni, lasciando morti e distruzione ovunque. Solo la fragile parete resistette: quella dove era stato dipinto, da uno schiavo proveniente dall’Angola, la figura di un crocifisso.
Il popolo iniziò subito a manifestare segni di devozione e preghiera verso l’immagine, ma le autorità erano molto scettiche. Si arrivò fino a vietare le adunate e ordinare la rimozione dell’immagine. Gli incaricati, scortati dalle guardie, provarono a salire sulle scale per iniziarne la rimozione, ma uno dopo l’altro scesero di corsa. Chi provava una sensazione di forte disagio, chi invece era esterreffatto dalla bellezza dell’affresco. L’immagine del Crocifisso sopravvisse a quest’ordine, e il 14 settembre del 1671, giorno dell’esaltazione della Santa Croce, fu celebrata la prima messa con le autorità civili e religiose nella nuova cappella fatta costruire dal viceré Pedro Antonio Fernández de Castro, conte di Lemos. La devozione crebbe ulteriormente, coinvolgendo anche i paesi limitrofi.
Si arriva al 20 ottobre del 1687: un nuovo violento terremoto colpisce la città di Lima e, nuovamente, l’effige del Crocifisso rimane intatta. Sebastián de Antuñano, che era arrivato tre anni prima a Lima dalla Spagna, dopo aver fatto voto di servire il Crocifisso fino alla fine dei suoi giorni, commissiona un dipinto a olio raffigurante il Signore dei Miracoli, da portare in processione.
Infine nel 1746, durante un altro terremoto, l’immagine fu immediatamente portata in processione e, secondo le cronache di allora, la terra smise di tremare. Il patrono di Lima, nominato tale nel 1715, aveva protetto di nuovo la popolazione, la quale rinnovò ulteriormente la sua devozione nel Signore dei Miracoli.
Devozione che porta anche gli emigrati a celebrare il Crocifisso con gli stessi riti e usanze ovunque nel mondo. Nel 2010, infatti, il Signore dei Miracoli è stato ufficialmente riconosciuto come patrono della spiritualità cattolica del Perù.
I devoti, vestiti di viola per onorare le suore nazarene che si ispirano a Gesù Nazareno vestito appunto di viola, portano l’effige a spalla comandati dal suono di una campana montata sul fercolo. La processione è preceduta dalle donne, anch’esse vestite di viola e con un velo bianco sui capelli, divise in due gruppi: il primo intona canti e preghiere al Signore dei Miracoli, mentre un gruppo più numeroso incensa la strada processionale, creando una vera e propria nube di incenso su cui sembra camminare il dipinto del Crocifisso. Entrambi i gruppi camminano all’indietro! A seguire la banda, che accompagna la processione con marce che ricordano quelle del Venerdì Santo.
Sul retro del quadro che raffigura il Signore dei Miracoli vi è un altro quadro che raffigura la Vergine della Nube, nota anche come la Candelaria (Candelora). Essa apparve a Quito dopo che il popolo aveva organizzato una processione, a culmine di una novena, per la salute del vescovo Don Sancho de Andrade and Figueroa nel 1696. Fu aggiunta nel 1747 e raffigura la Madonna con un giglio e un’oliva, insieme al Bambin Gesù.
La festa principale si svolge a Lima ogni 28 di ottobre, e durante il mese sono tanti gli eventi dedicati al Signore dei Miracoli.
A Torino, la comunità peruviana ha portato in processione le sacre immagini del Signore dei Miracoli e della Vergine della Nube, domenica 13 ottobre, dal duomo di San Giovanni Battista fino alla chiesa di San Domenico tra le vie del centro storico. Di seguito la galleria di foto.











































