Come funzionano e si differenziano le macchine fotografiche

Nel video si parla di come funzionano e come si possono differenziare le macchine fotografiche.

Innanzitutto partiamo dal funzionamento della macchina fotografica: come sia capace a catturare un’immagine. Essa funziona grosso modo come il nostro occhio. Raccoglie la luce riflessa dal nostro soggetto tramite l’obiettivo, e la incanala verso il sensore fotografico, un tempo la pellicola, dopo essere stata “filtrata” dal diaframma. Tuttavia il sensore è per la maggior parte del tempo inattivo e/o chiuso da una piccola saracinesca, chiamata otturatore. Quando si scatta una foto, l’otturatore si apre, il sensore registra la luce proveniente dal mondo esterno, ed una volta finita l’acquisizione l’otturatore si chiude.

In commercio esistono diverse varietà di fotocamere, un po’ come esistono diverse varietà di mele. Chi le preferisce verdi, chi rosse, altri gialli, alcuni mature, altri più acerbe.

Occorre innanzitutto distinguere tra fotocamere con obiettivi fissi e non.

Tra le prime vi sono le compatte, gli smartphone, ed anche le fotocamere cosiddette superzoom. Alcune di queste fotocamere assomigliano molto alle fotocamere con obiettivi intercambiabili, almeno nelle funzionalità. Danno cioè la possibilità di impostare molti parametri manualmente.
Generalmente questo tipo di fotocamere ha un sensore molto piccolo (pensare alle fotocamere degli smartphone), e quindi soffrono molto in condizioni di poca luce, per esempio. 

Le fotocamere con obiettivi intercambiabili si possono dividere in DSLR o Mirrorless, oppure in formati 35mm o APS-C o Micro 4/3.

DSLR o Mirrorless. Le fotocamere più comuni sono delle DSLR, sigla che significa: Digital Single Lens Reflex, tradotto letteralmente in italiano Reflex Digital con singola lente. La singola lente è in realtà l’obiettivo. All’interno della macchina fotografica si trova uno specchio che riflette la luce, da qui reflex, proveniente dall’obiettivo verso un prisma e da lì al nostro mirino. Quindi ciò che vediamo è ciò che vedrebbe il sensore. 
Le Mirrorless invece non hanno il reflex mirror, lo specchio riflettente. L’immagine nel mirino è prodotta da un piccolo schermo, ed è ciò che il sensore sta catturando in tempo quasi reale. Vi è comunque un certo ritardo nella trasmissione, ma nelle Mirrorless più avanzate questo ritardo è davvero impercettibile.

Un’altra distinzione è fatta in base alla dimensione del sensore che la fotocamera monta.
Il formato classico è il 35mm, in inglese chiamato Full Frame, dove il sensore ha le stesse dimensioni della pellicola analogica che veniva esposta 36mmx24mm. Tuttavia questo non è il formato più grande disponibile sul mercato, ma sicuramente è il formato più grande affordabile da chiunque. I formati più grandi, detti in inglese Medium Format, raggiungono prezzi paragonabili ad un’utilitaria di medio valore. Decisamente fuori dalla portata di tutti.

Appena sotto vi è il formato APS-C, sigla che sta per Advanced Photo System type -C. La dimensione del sensore è più piccola, variabile da 20.7×13.8mm a 22.3×14.9mm. Le differenze con il formato da 35mm si notano soprattutto in condizioni di scarsissima luce, ma non sono tanto distanti tra di loro, tant’è che molto professionisti prediligono una fotocamera con sensore APS-C, come secondo corpo macchina.

Infine vi è il formato Micro 4/3, il più piccolo dei tre, con dimensioni di 17.3x13mm effettivi sebbene sia pochi decimi di millimetro più grande. Ovviamente in questo tipo di sensore le differenze con il formato da 35mm sono più acute, ed in scarsa luminosità della scena il sensore soffre visibilmente ad alti numeri di ISO.


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