Caltabellotta, considerato il numero di abitanti, ha uno dei territori più vasti della provincia di Agrigento. Questo assicura di poter ammirare paesaggi naturali molto suggestivi, ed ancora poco urbanizzati. Il territorio di Caltabellotta, fa parte di un comprensorio chiamato Terre dei Sicani. In queste aree, che comprendono anche Sambuca di Sicilia, Palazzo Adriano, Bivona, Sant’Angelo Muxaro, ed altri paesi visse la popolazione autoctona dei Sicani, prima che essi si mescolarono con i popoli stranieri che hanno decretato la loro scomparsa. Dell’epoca dei Sicani rimane ben poco, a parte delle necropoli scavate nelle rocce.
L’Associazione Kratas Tour, cui presidente è Paolo Vetrano, giovane amante della natura e del territorio in cui vive, ha l’obiettivo di far conoscere i tesori storici, monumentali e naturalistici del territorio caltabellottese a chiunque. Con escursioni alla portata di tutti si scoprono posti che anche i locali spesso non conoscono, a causa della frenesia della vita moderna e l’allontanamento dalla natura. Ho avuto la possibilità di partecipare ad una di queste escursioni, una due-giorni ai confini meridionali del territorio di Caltabellotta, nella valle del fiume Verdura.
Il fiume, negli ultimi suoi chilometri confine naturale tra Caltabellotta e Ribera, ha scavato nei millenni nella roccia di arenaria un fantastico canyon, denominato la Gola del Lupo. Da qui passava la vecchia “trazzera”, che collegava i due paesi. Le moderne strade difficilmente attraversano paesaggi simili. Dall’altra sponda del fiume si accede al Castello di Poggiodiana.
L’impianto originario del castello, di cui oggi rimangono le mura perimetrali e la torre di vedetta, fu costruito dagli arabi come casale di sosta per i viaggiatori. Esso sorge su un naturale promontorio che delimita la pianura dove vengono coltivate le famose arance di Ribera, dunque un posto strategico per la difesa. Esso fu noto come Misilcassino, nome arabo che significa “luogo di discesa a cavallo”. La denominazione Poggiodiana fu presa quando il castello passò in mano alla famiglia Luna nel XV secolo alla quale apparteneva la nobildonna Diana Moncada, figlia del principe di Paternò Luigi Guglielmo Moncada e moglie di Vincenzo Luna.
Dal castello si può ammirare tutta la valle finale del fiume Verdura oggi ricca di aranceti che producono la Riberella, l’Arancia di Ribera D.O.P.
Ecco alcune foto scattate durante l’escursione a cui ho partecipato.