Fino ai primi mesi del 1957, Caltabellotta fu colpita da una pesante siccità che stava mettendo in ginocchio la fragile economia del paese, basata sostanzialmente sull’agricoltura e l’allevamento. La comunità, come estremo rimedio ad un male altrettanto estremo, si rivolse allora alle due più importanti figure sacre: Maria Santissima dei Miracoli, venerata nella chiesa di Sant’Agostino e protettrice di Caltabellotta, e suo figlio Gesù, nel momento delle sue ultime parole sulla Croce, e per questo chiamato “Dio Vivo”, venerato nella chiesa dei Cappuccini.. Al grido di “l’acqua e lu pani vulemu”, cioè “l’acqua ed il pane vogliamo”, la processione raggiunse la località Giubbu, sulla strada che arriva all’eremo di San Pellegrino. Lì, dopo un momento di preghiera e di invocazione, videro arrivare dal mare delle nubi e subito dopo una leggera pioggia che accompagnò la processione fino a quando le due statue furono riportate nelle rispettive chiese. Dopo di ciò l’intensità della pioggia aumentò e piovve per diversi giorni a seguire riempiendo le terre arse. Da quel 25 marzo, ogni anno (salvo quando la Pasqua è vicina), il popolo di Caltabellotta ringrazia la Protettrice ed il Figlio con una piccola ma emozionante festa organizzata esclusivamente da un comitato femminile. La mattina il Crocifisso viene portato in processione fino alla chiesa di Sant’Agostino, e la sera inizia la processione con i due simulacri. Tuttavia, nell’edizione del 2017 la processione solenne non si è potuta tenere a causa di alcuni eventi calamitosi che hanno bloccato una parte delle vie processionali, oltre al fatto che il fercolo della Madonna si trovasse in restauro.
Ecco, tuttavia, alcune foto della festa del 2017 da me realizzate.


































