Canon alle 9, in Italia, ha annunciato la sua prima fotocamera mirrorless con sensore da 35mm. La notizia, che forse alcuni di noi speravano non succedesse, è che questa fotocamera ha un nuovo attacco, denominato RF, ancora non chiaro se sia un acronimo o no. Sicuramente R sta per “rivoluzione”, ed è ciò che avevo anticipato con il lancio da parte di Nikon delle sue Z6 e Z7. Sony e gli altri marchi ritorneranno, nei prossimi anni, a essere non più protagonisti.
Qui le specifiche tecniche della nuova Canon EOS R:
– Sensore Dual Pixel CMOS da 35mm con 30.3 Megapixel;
– Processore Digic 8;
– Sensibilità ISO da 100 a 40000, espandibile da 50 a 102400;
– Schermo orientabile e sensibile al tocco da 3.15 pollici con 2.1 megapixel, mirino elettronico da 3.69 megapixel OLED;
– Area di messa a fuoco che copre l’88% della direzione orizzontale e il 100% per la direzione verticale dell’inquadratura;
– Fino a 143 aree di messa a fuoco con un numero di punti selezionabili fino a 5655, e EYE-AF;
– Capace di mettere a fuoco fino a -6EV;
– Fino a 8 scatti al secondo, ma con messa a fuoco continua fino a 5; fino a 1/8000s di tempo di esposizione e tempo minimo di sincronizzazione con flash di 1/200s;
– Un solo slot per scheda di memoria tipo UHS-II;
– Foto disponibili nel formato Jpeg, RAW a 14-bit, oppure C-RAW (stessa risoluzione ma minori dimensioni del file);
– Capacità di registrare filmati in 720p fino a 120fps, 1080p fino a 60 fps, e 4k fino a 30 fps, in h.264 e formato mp4, oppure in Canon Log a 8-bit internamente o 10-bit esternamente;
– Stessa batteria LP-E6, con la possibilità di ricaricarla attraverso la porta USB 3.1;
– Connettività Wi-Fi e Bluetooth;
– Ingresso Jack per cuffie e microfono;
– Peso di circa 660g;
– Prezzo, negli Stati Uniti, di 2300 dollari (circa 2500 euro in Italia, o meno) e disponibile da ottobre 2018.
È difficile dire che sia una pessima fotocamera mirrorless. Come già detto nell’annuncio di Nikon, anche Canon ha dovuto anticipare i tempi di almeno un anno per introdurre questo tipo di fotocamera e ovviamente ci sono cose che possono essere poco entusiasmanti per chi è stato abituato da Sony. Tuttavia Canon ha fatto diverse cose giuste: finalmente una mirrorless, per chi è amante di salvare un peso irrisorio, o per chi vuole maggiori funzionalità, che verranno introdotte attraverso l’aggiornamento del firmware e non più semplici correzioni di bug. Finalmente si ha un 4k con un codec e formato decenti e non più l’insulso MJPEG, con anche la possibilità di registrare nel profilo C-Log, sia internamente che, soprattutto, esternamente tramite HDMI fino a 10-bit. Finalmente anche l’aggiornamento a schede di memoria dello standard UHS-II. E anche un’ottima copertura dei punti di messa a fuoco che coprono gran parte dell’inquadratura.
Inoltre hanno abbandonato la ghiera sul retro della fotocamera (che solitamente controlla l’apertura del diaframma) spostandola sugli obiettivi, mentre hanno aggiunto un trackpad, azionabile col pollice, per selezionare le varie voci sui menu o per aiutare la selezione dei punti di messa a fuoco.
Ci sono però delle pecche. Prima fra tutte continua il fatto che i produttori ritengano che chi spenda una somma di 2000 euro per una fotocamera non tengano abbastanza alle loro immagini. Certo l’affidabilità delle schede di memoria è migliore, ma il rischio di perdere le proprie foto e i propri video, per via di un errore nella gestione da parte dell’utente o una rottura della scheda, non è nullo. Chiunque ci si imbatterà prima o poi, pertanto sarebbe opportuno che l’intera industria capisse che per quella fascia di mercato sarebbe opportuno inserire DUE schede di memoria. Poi un’altra grande pecca e, insoddisfazione, è che nel 4k rimane il ritaglio di 1.67 volte! Praticamente si ha un sensore APS-C. Meglio della M50, ma Canon ancora non da quella possibilità di sfruttare l’intero sensore, con tutti i vantaggi che comporta, per registrare in 4k.
Tra le nuove introduzioni vi è anche il track-pad che può essere personalizzato per una migliore esperienza. Una parola chiave di questo nuovo sistema è l’alta personalizzazione dei controlli, i quali, rispetto alle tradizionali reflex, sono diminuiti con tasti fisici, ma sono stati accorpati in nuove modalità. A differenza delle Sony, inoltre, l’otturatore si chiude quando si cambiano gli obiettivi, proteggendo il sensore da polvere o da oggetti esterni: un gran bel tocco da parte di Canon!
Questa fotocamera può andar bene per chi vuole fare un salto di qualità nel mondo dei sensori da 35mm, con ottimi compromessi e ampi spazi di miglioramento negli anni, ma può trovare spazio anche nell’equipaggiamento di quegli utilizzatori professionisti come secondo corpo macchina, o per chi, avente una 6D originale vuole fare un aggiornamento, mantenendo la gran parte dei propri obiettivi. Tra gli accessori ci sarà anche un battery grip, il quale avrà anche l’ingresso per PC-sync, cioè per connettere dei vecchi flash.
Infine il nuovo attacco RF: anche Canon dunque inizierà, nei prossimi anni, ad aggiornare il suo parco di ottiche per il nuovo attacco. Sarà interessante e frustrante per chi voleva espandere il proprio arsenale conoscere in quanto tempo questo cambiamento avverrà. Canon non ha ancora rilasciato un’agenda di possibili obiettivi. Il nuovo attacco, sebbene ha una dimensione interna uguale all’EF, cioè di 54mm, ha una distanza dal piano focale di 20mm rendendolo il più grande rispetto all’attacco Z di Nikon e quello E di Sony, ma minore di 24mm rispetto all’attacco EF di Canon. Attacco che, secondo un’intervista pubblicata da LaStampa, è stato inizialmente pensato sette anni fa, nel 2011, ben prima che la concorrenza introducesse le proprie fotocamere.
A proposito di obiettivi, insieme alla fotocamera, Canon ne ha al momento annunciati ben quattro solo per il nuovo attacco, due zoom e due fissi.
Per gli zoom vi è un nuovo RF 24-105mm F/4L IS USM cui specifiche tecniche sono:
– 18 elementi in 14 gruppi;
– distanza minima di messa a fuoco di 0.45 m;
– stabilizzazione fino a 5 stop;
– 9 lamelle per il diaframma;
– diametro per filtri da 77mm;
– peso di circa 700g (95 grammi meno della versione EF);
– venduto insieme alla fotocamera per 3400 dollari, o da solo per 1100 dollari da dicembre 2018.
Mentre il secondo zoom introdotto è il primo standard zoom ad apertura costante f/2 (il Sigma 24-35mm f/2 non ha una gamma di lunghezza focale standard, ma grandangolare). Si tratta dell’RF 28-70mm f/2L USM, cui specifiche tecniche sono:
– 19 elementi in 13 gruppi;
– distanza minima di messa a fuoco di 0.39m;
– 9 lamelle per il diaframma;
– diametro per filtri da 95mm;
– peso di 1430g;
– prezzo di 3000 dollari e disponibilità da dicembre 2018.
Per quanto riguarda gli obiettivi fissi si avrà un nuovo RF 35mm f/1.8 MACRO IS STM, con le seguenti caratteristiche tecniche:
– 11 elementi in 9 gruppi;
– distanza minima di messa a fuoco di 0.17m;
– stabilizzazione fino a 5 stop;
– 9 lamelle per il diaframma;
– diametro per filtri da 52mm;
– peso di 305g (contro i 580g dell’EF 35mm f/2 IS USM);
– prezzo di 500 dollari e disponibilità da dicembre 2018.
E infine un nuovo RF 50mm f/1.2L USM, che avrà le seguenti caratteristiche tecniche:
– 15 elementi in 9 gruppi;
– distanza minima di messa a fuoco di 0.4m;
– 10 lamelle per il diaframma;
– diametro per filtri da 77mm;
– peso di 950g (contro i 580g dell’EF 50mm f/1.2L USM);
– prezzo di 2300 dollari e disponibilità da ottobre 2018.
Sono obiettivi molto allettanti, anche se i più luminosi fanno perdere qualsiasi vantaggio per la riduzione di peso delle mirrorless. Addirittura il nuovo 50mm è quasi il doppio del suo fratello nella versione EF. Tutti gli obiettivi, come scritto prima, hanno un altro anello personalizzabile: esso può essere sfruttato per cambiare agevolmente l’apertura del diaframma, oppure la sensibilità del sensore o la modalità di messa a fuoco. La differenza di 24mm rispetto all’attacco EF, ha permesso Canon di presentare anche ben tre diversi adattatori, che possono essere davvero vantaggiosi. Questi adattatori permetteranno, per un lungo periodo, di usare tutti gli obiettivi delle serie EF, EF-S, TS-E e MP-E sulla nuova fotocamera, in maniera fluida e ottimale. L’adattatore più semplice avrà un costo di 100 dollari e permettere il semplice montaggio degli obiettivi EF sulla EOS R. Le cose si fanno più interessanti con il secondo tipo di adattatore che ha un anello di controllo che permette di impostare l’apertura del diaframma, o la sensibilità del sensore, anche con i vecchi obiettivi (dato che la fotocamera è sprovvista di un controllo dedicato per l’apertura del diaframma), e avrà un costo di 200 dollari. Entrambi gli adattatori saranno disponibili da ottobre 2018. Mentre dal prossimo febbraio sarà disponibile il terzo adattatore, che permetterà l’utilizzo di filtri ND o polarizzatori. Sarà venduto da Canon in due versioni: la prima con un filtro polarizzatore con un prezzo indicato di 300 dollari, mentre la seconda avrà un filtro variabile a densità neutra da 1.5 a 9 stop da 400 dollari. Davvero allettante per chi fa i video è sicuramente quest’ultimo adattatore. Con questi adattatori Canon vuole far capire che non abbandonerà facilmente l’attacco EF, e vuole rendere la transizione ai suoi clienti più fedeli molto morbida e quasi indolore. Infatti gli adattatori permettono di usare anche gli obiettivi EF-S, cioè quelli progettati per essere usati con fotocamere con sensore APS-C. La nuova fotocamera sarà in grado di riconoscere il tipo di obiettivo e adattare il sensore all’obiettivo usato.
Un altro segnale che Canon non voglia abbandonare, ancora, l’attacco EF è il fatto che insieme a tutta questa attrezzatura, essa ha introdotto anche i nuovissimi EF 400mm f/2.8L IS III USM e EF 600mm f/4L IS III USM. I prezzi sono pressoché invariati e saranno disponibili da dicembre 2018. La particolarità di questi obiettivi è la sostanziale diminuzione del loro peso, rendendoli i più leggeri della loro classe. Non è durato molto il 400mm f/2.8 di Sony. Si parla di 997 grammi per il 400mm e 860 grammi per il 600mm in meno. Ottimi dunque per l’utilizzo con la nuova mirrorless.
Canon non sembra abbandonare nemmeno l’attacco EF-M, annunciando un nuovo EF-M 32mm f/1.4 STM, con le seguenti caratteristiche tecniche:
– 14 elementi in 8 gruppi;
– minima distanza di messa a fuoco di 0.23m;
– 7 lamelle per il diaframma;
– diametro per filtri da 43mm;
– peso di 235g;
– prezzo di circa 480 dollari e disponibile da fine settembre 2018.
Infine è stato introdotto anche un nuovo flash, per chi sta iniziando o per chi ha bisogno di una seconda unità, l’EL-100, con una testa rotabile e un prezzo previsto di 200 dollari disponibile da ottobre 2018.
Insomma, il futuro è arrivato, e chissà come andrà. Voi cosa ne pensate di tutta questa attrezzatura? Andrete ad aggiornare la vostra fotocamera con la nuova mirrorless EOS-R, oppure non siete ancora convinti? Lasciate un commento qui sotto all’articolo, che se lo avete trovato interessante vi invito a mettere un mi piace e condividerlo. E se non volete perdere gli altri articoli, iscrivitevi al mio blog!