Anteprima Nikon Z6 e Z7: la rivoluzione digitale inizia adesso.

Nikon è entrata prepotentemente, quasi, nel mercato delle mirrorless con le due nuove fotocamere full-frame Z6 e Z7. Ecco le specifiche tecniche:

La Nikon Z6 offre:
– sensore CMOS da 24.5 Megapixel, stabilizzato in 5 direzioni;
– gamma ISO da 100 a 51.200, estensibile da 50 a 204.800;
– mirino elettronico da 3,690 milioni di punti;
– schermo orientabile sensile al tocco da 2,1 milioni di punti;
– scatto in raffica fino a 12 immagini al secondo;
– tempo di sincronizzazione di 1/200s;
– tempo minimo di esposizione 1/8000s;
– messa a fuoco a detenzione di fase con 243 punti, sparsi sul 90% dell’inquadratura;
– registrazioni filmati in 4k fino a 30fps, fullHD fino a 120 (119.88) fps, e profilo neutro N-log a 8-bit internamente, o 10-bit sull’uscita HDMI;
– interfaccia USB-C, HDMI, audio in ingresso e uscita;
– connettività Wi-Fi e Bluetooth;
– batteria EN-EL15b, compatibilità con le già esistenti EN-EL15 e EN-EL15a.

Essa sarà disponibile da novembre per un prezzo suggerito di 2000 euro circa. La Z6 va a collocarsi dunque nel mercato delle full-frame per entusiasti, in pari alla Sony A7III e la Canon 6D Mark II.

La Nikon Z7 offre:
– sensore CMOS da 45.7 Megapixel, stabilizzato in 5 direzioni;
– gamma ISO da 64 a 25.600, estensibile da 32 a 102.400;
– mirino elettronico da 3,690 milioni di punti;
– schermo orientabile sensile al tocco da 2,1 milioni di punti;
– scatto in raffica fino a 9 immagini al secondo;
– tempo di sincronizzazione di 1/200s;
– tempo minimo di esposizione 1/8000s;
– messa a fuoco a detenzione di fase con 493 punti, sparsi sul 90% dell’inquadratura;
– registrazioni filmati in 4k fino a 30fps, fullHD fino a 120 (119.88) fps, e profilo neutro N-log a 8-bit internamente, o 10-bit sull’uscita HDMI;
– interfaccia USB-C, HDMI, audio in ingresso e uscita;
– connettività Wi-Fi e Bluetooth;
– batteria EN-EL15b, compatibilità con le già esistenti EN-EL15 e EN-EL15a.

Questa fotocamera sarà disponibile a fine settembre, a un prezzo suggerito di vendita di circa 3400 euro, in linea con le Nikon D850, Canon EOS 5D Mark IV e Sony a7R mark 3.

Insomma due fotocamere mirrorless di tutto rispetto, con soprattutto l’enorme numero di punti di messa a fuoco che sono ben distribuiti sull’inquadratura, permettendo composizioni prima molto difficili. Da lodare anche l’inserimento del 4k, che sfrutta l’intero sensore senza alcun fattore di ritaglio (non come Canon!), e del profilo neutro N-Log a 8-bit, registrando internamente, o fino a 10-bit se si registra esternamente attraverso l’uscita HDMI.

Queste due fotocamere hanno anche un nuovo attacco, Z appunto, e saranno disponibili nuovi obiettivi. Da subito un 24-70mm f/4, un 35mm e un 50mm f/1.8. Ma nell’arco dei prossimi tre anni il parco ottiche Nikkor Z avrà a disposizione quegli obiettivi tra i più venduti e desiderati. La previsione di Nikon è di rilasciare nel 2019:
– Nikkor 58mm f/0.95 S Noct (il più luminoso obiettivo che Nikon avrà mai costruito; Canon aveva costruito, nel 1989 il 50mm f/1.0L USM), che sarà con fuoco manuale;
– Nikkor 20mm f/1.8 S;
– Nikkor 85mm f/1.8 S;
– Nikkor 24-70mm f/2.8 S;
– Nikkor 70-200mm f/2.8 S;
– Nikkor 14-30mm f/4 S.
Mentre nel 2020 saranno rilasciati gli obiettivi:
– Nikkor 50mm f/1.2 S;
– Nikkor 24mm f/1.8 S;
– Nikkor 14-24mm f/2.8 S;
e altri tre obiettivi ancora da essere annunciati, per poi seguire nel 2021 con ben nuovi 8 obiettivi, ma probabilmente si tratterà di qualche zoom o obiettivo fisso più luminoso o anche telefoto.

Insomma Nikon è seria riguardo la mirrorless per il futuro. Cosa più che naturale che sarebbe capitata forse tra un paio di anni se Sony non si fosse messa in gioco con il nuovo mazzo di carte.

L’unica nota davvero dolente di queste fotocamere è l’unico slot per schede di memoria. È vero che Nikon usa le XQD, ma chi ha subìto un danno da una scheda di memoria difettosa (io tra questi), difficilmente sarà sereno nell’utilizzare queste fotocamere per lavoro. Probabilmente, ma è solo una speculazione, questa scelta è dovuta alla paura di cannibalizzare le vendite della D850.

Questo fattore ci porta a considerare per chi sono queste fotocamere: esse si rivolgono a coloro che provengono da reflex di fascia media, come quelle della serie D7000, o coloro che hanno ancora una fotocamera con sensore da 35mm, ma che non l’hanno aggiornata con la Nikon D850, e in particolare chi ha una D750, o una vecchia D810 o D800E, oltre a quelli che hanno ancora una D610, che erano titubanti sull’aggiornare la propria fotocamera, ma non volevano una nuova reflex ed erano tentati da Sony. Queste persone hanno un’ottima scelta e la possibilità di rifarsi il parco degli obiettivi, nel caso in cui in questi anni non hanno comprato obiettivi per full-frame, giustificato anche dal fatto che i primi obiettivi fissi che saranno disponibili si fermeranno a f/1.8, tranne i più luminosi 58mm f/0.95 e 50mm f/1.2, con i f/1.4 disponibili più avanti, oppure di usare i vecchi obiettivi con l’adattatore fornito da Nikon al prezzo di circa 250 euro (100 euro in meno se acquistato insieme alle fotocamere). Ciò non toglie che queste fotocamere, con l’impressionante capacità del 4k a 10-bit in profilo neutro, sono rivolte a quei fotografi Nikon che stanno crescendo nell’offerta dei video e vogliono avere l’opportunità di offrire un ottimo servizio.

Con l’annuncio da parte di Nikon delle due nuove fotocamere full-frame mirrorless, si può finalmente dichiarare iniziata la rivoluzione digitale.

Fino a oggi, infatti, le reflex o le Digital Single Lens Reflex, erano soltanto una copia delle più antiche fotocamere con pellicola. Avevo appena 14 anni, ma ricordo il grande clamore scaturito dall’abbandono della pellicola, con le prime schede di memoria di appena pochi Megabyte disponibili a prezzi esorbitanti. Eppure quella non era la rivoluzione digitale, ma solo gli albori, i primi tentativi di sperimentare con le possibilità che il digitale avrebbe offerto.

Oggi quelle possibilità sono disponibili a tutti. Non tarderà molto anche l’annuncio di Canon. D’altronde Canon e Nikon si sono sempre rincorse con gli annunci di nuove fotocamere e, essendo Canon ancora la leader del mercato fotografico, non tarderà a svelare la sua versione di mirrorless seria e non le quasi ridicole fotocamere che oggi offre.

Tuttavia, come tutte le rivoluzioni, pur essendo importanti nel medio e lungo termine, nel breve termine questa rivoluzione creerà non poca confusione e sarà intrigante vedere le soluzioni che le grandi aziende adotteranno per adeguarsi al mercato e per dettare il loro mercato (come ci ha abituato la Apple negli anni passati, prima con l’abbandono del lettore di dischi, poi con il jack sugli iPhone, infine con l’abbandono di qualsiasi interfaccia optando esclusivamente per la USB-C).

Nikon ha optato, dopo quasi 60 anni, di cambiare il proprio attacco. Scelta coraggiosa, ma sensata. Quell’attacco era diventato troppo esoso per le nuove fotocamere, pertanto era logico che venisse cambiato. Alcuni pensano che il nuovo attacco potrebbe portare anche a obiettivi più luminosi, fino a f/0.95, e il ritorno del marchio Noctilux in Nikon. D’altronde Nikon continua a proporre un obiettivo di oltre 30 anni fa che arriva a f/1.2 (un 50mm), ma non lo ha mai aggiornato. Invece il loro 70-200 era giunto alla terza edizione un po’ di mesi fa. Staremo a vedere. Comunque, a parte i fotografi Nikon, nessun altro usa quel vecchio attacco, e l’adattatore renderà il passaggio ai nuovi obiettivi più graduale, anche se non indolore. Vedremo anche se Nikon continuerà a produrre DSLR o comunque fotocamere con il vecchio attacco, ma sarebbe una scelta poco sensata: continuare a mantenere in vita un attacco di sessant’anni insieme a un altro attacco più nuovo.

Il discorso si fa più spinoso per quanto riguarda Canon. Essa abbandonò il vecchio attacco analogico, l’FD, nel 1987, introducendo quello che ancora oggi è usato l’Electro-Focus, EF. Ci sono state alcune variazioni, prima l’EF-S per i sensori APS-C, anche se con pochi e non troppo entusiasmanti obiettivi luminosi (si arriva solo a f/2.8 con quattro obiettivi, solo uno zoom, gli altri fissi), poi, più recentemente, con l’EF-M per le sue fotocamere mirrorless, ma con soli 7 obiettivi disponibili, e di nuovo non particolarmente entusiasmanti. Tuttavia con queste mirrorless, Canon è riuscita a vincere il mercato giapponese: le stranezze dell’estremo oriente.

Ritornando all’attacco classico EF, esso è presente in qualsiasi prodotto Canon: non solo le fotocamere, ma anche le videocamere professionali della serie cinema. Quest’ultime sono disponibili con due attacchi: PL, per obiettivi cinematografici, e EF. Non sono nemmeno le uniche: anche altri produttori di videocamere per il cinema, come BlackMagic, ARRI, RED, offrono le loro straordinarie videocamere con attacco, avete indovinato, EF. Non è un caso che appena nel 2017 Canon abbia raggiunto il traguardo dei 130 milioni di obiettivi EF prodotti. Occorre ricordare anche che tutte le videocamere sono delle mirrorless: non hanno il mirino ottico né il prisma.

Un nuovo tipo di attacco significherebbe la trasformazione di questo enorme numero di obiettivi in vetro da riciclare, nel medio-lungo termine, oltre a un’inondazione nel mercato dell’usato di vecchi obiettivi che faranno crollare il loro valore, colpendo anche gli obiettivi prodotti da altri marchi, come Sigma e Tamron, per nominarne due. Canon sarebbe davvero molto coraggiosa nell’intraprendere questa scelta. Inoltre, a differenza del vecchio attacco di Nikon, l’EF di Canon da già l’opportunità di avere obiettivi iperluminosi. Oltre agli ancora disponibili e prodotti 50mm e 85mm f/1.2, ci fu anche un 50 mm f/1.0. Un mostro di obiettivo che ogni tanto sbuca negli annunci dell’usato a un prezzo superiore ai 3000 euro.

La mia speranza è che Canon mantenga il suo attacco fornendo solo una fotocamera che sia sì una mirrorless, ma sulla quale gli obiettivi EF possano ancora essere usati senza ulteriori accessori che comunque diminuiscono l’affidabilità del sistema, essendo, appunto, componenti aggiuntivi. Ad ogni modo un adattatore prodotto da Canon sarebbe molto più sicuro che un adattatore prodotto da marchi terzi.

Non resta altro che sperare che Canon, e i suoi ingegneri, abbiano pensato a una soluzione che non comporti grossi sacrifici da parte dei suoi clienti. L’unica cosa certa, in questo momento, è che l’era della creazione di immagini digitali ha il suo vero inizio.


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