Come scegliere un treppiede

Uno dei primissimi accessori, davvero utili, che seguono l’acquisto di una fotocamera o videocamera è il treppiede o cavalletto. Esso ha un’utilità senza eguali, in quanto permette di realizzare diverse tipologie di inquadrature oltre ad aiutare nel caso di obiettivi pesanti. Il suo utilizzo va da semplice supporto per le lunghe esposizioni, a permettere di creare immagini frutto di unione di diverse foto con la stessa inquadratura. Infine permette ai fotografi di immortalarsi nello scenario o nel gruppo di persone che stanno fotografando!

Chi cerca un treppiede solitamente è all’inizio sopraffatto dalla enorme quantità di scelte possibili presenti sul mercato. Premesso che molto si basa sulla preferenza personale, ci sono alcune qualità che è bene considerare per fare un ottimo acquisto.

Un primo elemento da considerare è la modalità di estensione del treppiede: a sgancio rapido oppure a vite. Personalmente ho sempre preferito quelli a sgancio rapido, in quanto li reputo più veloci nel bloccare e sbloccare le gambe del treppiede, senza dovere avvitare per effettuare lo stesso atto. Inoltre con il tempo è normale che tutte le giunture si allentino, pertanto, nella tipologia a vite, ciò si traduce in dover avvitare di più, perdendo tempo, il gambo. Mentre nella tipologia a scatto rapido è sufficiente, in tranquillità ed una volta sola, avvitare i bulloni che tengono insieme le sezioni delle gambe. Non tutti i treppiedi però offrono questa personalizzazione.

Occorre che consideriate la vostra attrezzatura fotografica (da qui sarà sottinteso anche il caso delle videocamere), presente e futura dei prossimi 5 anni almeno. Reputo che 5 anni sia un periodo giusto per sviscerare tutti i segreti di una fotocamera ed imparare cosa vi piace fotografare o filmare, oltre ad essere un tempo ottimale per avere un corredo di obiettivi idoneo alle vostre esigenze. Pertanto è bene capire quale sia il carico massimo che il treppiede deve sopportare per darvi la migliore stabilità e sicurezza quando sosterrà la vostra macchina fotografica. Pertanto non fate l’errore di comprare dei treppiedi instabili anche se economici: state affidando loro la sicurezza della vostra macchina fotografica!

Fissato il carico massimo che intendete utilizzare sul vostro treppiede, si può cominciare pensare ad un altro fattore, che per me è piuttosto importante. Un buon treppiede dovrebbe permettervi, con le sezioni delle gambe completamente estese e la colonna centrale abbassata, di avere la fotocamera all’altezza dei vostri occhi. Non è l’unica posizione ammissibile, ma potrebbe capitarvi di dover fotografare ciò che voi, alla vostra altezza, state vedendo. Qui le scelte diminuiscono in maniera considerevole, soprattutto per chi, come me, è oltre il metro ed ottanta di altezza, ed ahimè vi costringerà a delle spese leggermente superiori di quanto pensavate di spendere. La colonna centrale, in alcuni treppiedi, presenta un gancio: questo è molto utile quando il treppiede è tutto esteso. Questo perché permette di appendere un peso, possibilmente a contatto con il terreno come vedete nella foto, per stabilizzare ulteriormente il treppiede. Il contatto con il terreno è necessario perché, in presenza di vento, il peso aggiuntivo può oscillare, facendo vibrare il treppiede vanificando la sua funzione. Inoltre in alcuni modelli, la colonna centrale può essere orientata per assumere le posizioni più consone alle situazioni di scatto.

Entriamo dunque nel terzo importante fattore: quello economico. Qui non posso darvi alcun consiglio, non conosco le vostre tasche e non so quanto vogliate investire in un treppiede. L’unica cosa che vi posso ricordare è che al treppiede state affidando la vostra fotocamera, e solitamente si ottiene ciò per cui si paga. Spendendo un po’ di più, inoltre potete sfruttare anche un po’ di più il treppiede, prima che decidete di sostituirlo con uno più vicino alle vostre esigenze.

Altre considerazioni da fare sono sull’utilizzo che ne vorrete fare, soprattutto nel caso di viaggi frequenti. Se infatti siete spesso in giro, portare con se un treppiede pesante, dopo un paio di volte si rivela un sacrificio troppo faticoso. È bene optare, in questo caso, ad un treppiede leggero, in fibra di carbonio, che vi permette di portarlo con voi ovunque andiate. Vi è poi il discorso sulla testa da montare sul treppiede.

Mentre alcuni treppiedi vengono venduti in kit, con teste idonee sia per foto che per video, oltre una certa fascia di prezzo, i treppiedi offrono la possibilità di personalizzare la testa per avere il massimo delle possibilità sia in campo fotografico che videografico, campi in cui si distinguono. Vi invito tuttavia a diffidare dalle teste all-in-one, in quanto, seppur consentano il doppio utilizzo, hanno forti limitazioni per compromessi in fase progettuale che risultano in molte parti da assemblare, rendendo la testa prona ad avere dei giochi, i quali rendono l’utilizzo diffocoltoso e frustrante. Per esempio questi giochi possono rendere difficile livellare la macchina fotografica, od usarla in posizione verticale. Molto meglio investire in una testa apposita.

Tutte le teste sono accoppiate ad un attacco a sgancio rapido che permette l’utilizzo immediato. Infatti la piastra fornita si può avvitare sulla fotocamera, occupando pochissimo spazio, da la possibilità di agganciarla alla testa senza dover avvitare nulla. L’unica pecca è che, avendo a disposizione diverse teste, od obiettivi pesanti che hanno il proprio attacco, si è costretti ad una sola tipologia di attacco, per evitare di perdere la propria testa tra attacchi e piastre diverse. Quindi è bene scegliere il sistema e rimanerci il più a lungo possibile, per avere un’ottima intercambiabilità.

Questi sono i miei consigli generali riassunti:
– modalità di estensione gambe;
– carico massimo supportato;
– altezza massima treppiede, senza la colonna centrale;
– costo;
– scelta della testa;
– uniformità della scelta.

I miei due treppiedi, scelti secondo questi criteri, sono la versione precedente del Manfrotto MKCOMPACTACN-BK, con testa ibrida foto-video, ed il Benro A2970F a cui ho affiancato le teste Manfrotto MVH500AH e Manfrotto 496RC2.

Il primo treppiede, il Manfrotto MKCOMPACTACN-BK l’ho utilizzato con la mia prima fotocamera la Canon Powershot SX20 IS ed è per questa tipologia di fotocamere, oltre alle piccole reflex con obiettivi leggeri, che questo treppiede è ottimale, in quanto leggero e facile da trasportare. Certamente non è il migliore per quanto riguarda la testa video, ma per chi è alle prime armi è un ottimo treppiede per imparare. Offre anche una buona altezza con quattro sezioni a sgancio rapido più la colonna centrale. Oggi è diventato il mio treppiede da viaggio, in quanto è leggero e compatto e riesce, seppur con molta attenzione, a sostenere una reflex importante.

Passato alla mia fotocamera corrente, la Canon EOS 70D, e poiché le mie esigenze erano diventate molto particolari, ho optato per il Benro A2970F a cui ho affiancato le teste particolari per video e foto, Manfrotto MVH500AH e Manfrotto 496RC2, questo perché effettivamente danno risultati migliori nel campo video e fotografico. Come potete vedere nel video, i movimenti della fotocamera sono molto smorzati e fluidi con una testa video dedicata. Mentre la testa fotografica permette di posizionare la fotocamera in qualsiasi orientamento con un blocco fermo e deciso. Del treppiede non c’è molto da dire: è grande e grosso, e questo da molta stabilità durante l’utilizzo. Le gambe sono suddivise in tre sezioni e possono essere allargate per offrire una superficie d’appoggio più ampia o per adattarsi alle condizioni in cui si usa. La colonna centrale può essere smontata e riorientata per il massimo della versatilità. L’unico difetto è il suo ingombro quando compatto, ma la sua borsa aiuta nel trasporto, anche se solo con la testa fotografica, e non con la testa video.

Ho già parlato del consiglio di appendere alla colonna centrale un peso che possibilmente tocchi con il terreno. Un altro consiglio nell’uso dei treppiedi è quello di avere una gamba sotto l’obiettivo. In questo modo il baricentro cadrà all’interno del triangolo disegnato dalle gambe del cavalletto, offrendo una stabilità migliore.

Spero di essere stato chiaro, ma se aveste dei dubbi non esitate a lasciare un commento qui sotto all’articolo, che se lo avete trovato interessante vi invito a condividere: magari interesserà anche altri. Inoltre se non volete perdere i prossimi articoli iscrivetevi al mio blog!


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