Il mese di febbraio 2015 ha visto l’annuncio di molte fotocamere e di nuovi obiettivi, nonché di importanti software per lo sviluppo fotografico. Non sono mancate neanche le curiosità, inclusa una che ha letteralmente diviso il web.
Attrezzatura
Canon ha annunciato ben quattro nuove fotocamere, sebbene siano abbastanza identiche a coppia.
La coppia di fotocamere che ha fatto parlare molto sono quelle che montano un sensore da 35mm da ben 50.6 MP, le 5DS e 5DS-R. Le caratteristiche in comune sono:
– 61 punti di messa a fuoco;
– gamma ISO 100-6400 (estensibile a 50-12800);
– due processori DIGIC 6;
– 1.3x e 1.6x modalità crop;
– riconoscimento anti-flicker;
– 5 scatti al secondo.
L’unica differenza è che la 5DS-R ha l’effetto del filtro passa-basso annullato. Questo tipo di filtro aiuta ad eliminare l’effetto moirè prodotto da particolari tipi di elementi. L’annullamento di tale effetto produce foto più nitide a volte preferite. Una domanda che forse Canon dovrebbe rispondere è: perché due omettere il filtro passa-basso solo in una versione, e non rilasciare una fotocamera senza, come aveva fatto la Nikon con l’esperienza della D800E? I misteri di Canon. Queste fotocamere sono state pubblicizzate come “formato medio”, ma non lo sono: il sensore è pur sempre da 35mm, e la densità di pixel è la stessa del sensore montato sulla 7DII. Queste due nuove fotocamere affiancano la presente 5DIII, non la sostituiscono, e sono prodotte per quei fotografi cui foto richiedono un lungo lavoro grafico, dove i Megapixel sono molto ricercati. Molti dei fotografi che usavano Canon, ma lavoravano come grafici, cioè le loro foto subivano un intenso processo che prevedeva anche ritagliare le foto in maniera molto spinta, sono passati ad altri sistemi proprio per i maggiori megapixels. Certamente queste due fotocamere non sono proprio studiate per la fotografia di ogni giorno. Piuttosto per la fotografia in studio o la fotografia di paesaggi o di edifici, od in generale in tutte quelle specialità fotografica dove i dettagli sono molto importanti. Una differenza con la 5DIII, da cui viene presa la forma generale delle nuove fotocamere, è che il meccanismo dell’otturatore è stato riprogettato per diminuire e controllare le vibrazioni che possono influenzare l’acquisizione da parte del sensore, generando delle immagini mosse.
Le altre due fotocamere annunciate da Canon invece sostituiscono la 700D, in due nuove linee, la Canon EOS 750D e la Canon EOS 760D
. I punti in comune sono:
– sensore APS-C da 24.2 MP (Canon vuole riprendere la sfida dei Megapixel);
– Messa a fuoco ibrida (diversa dal Dual Pixel della 70D, che è migliore);
– 19 punti di messa a fuoco di tipo incrociato (lo stesso numero e tipologia della 70D);
– gamma ISO 100-12800, espandibile a 25600;
– tempo minimo di esposizione di 1/4000;
– 5 scatti al secondo;
– FullHD a 30fps;
– WIfi-NFC.
La 760D in più presenta una linea “più professionale”, con la presenza di uno schermo lcd sulla parte superiore, simile alle linee superiori, ed in più la possibilità di controllare in modalità manuale la registrazione dei video. Chi è possessore della 700D o versioni precedenti, secondo me, non ha motivi per comprare nessuna di queste due versioni, a meno che non si desiderano fortemente i pixel in più e si hanno già degli obiettivi ottimi. Tuttavia la 760D potrebbe essere un’ottima secondo corpo macchina per chi è già in possesso di macchine fotografiche di linee superiori, come la 70D, o la 7D. Certamente per chi invece è alla ricerca della prima DSLR una delle due fotocamere sicuramente sarà da considerare.
Oltre a diverse compatte, la Canon ha anche introdotto una nuova fotocamera mirrorless, la Canon EOS M3. Le caratteristiche tecniche prevedono:
– sensore APS-C da 24.2 MP;
– processore DIGIC 6;
– 49 punti di messa a fuoco;
– gamma ISO 100-12800;
– fullHD.
La Canon EOS M3 è disponibile su Amazon per preordini, ma non negli Stati Uniti. È la risposta di Canon di non volere immettersi pienamente nel mercato mirrorless, in quanto nessun obiettivo EF o EF-S è compatibile con questo tipo di fotocamera. Sarà un successo? Credo di no.
Infine la Canon ha introdotto un nuovo obiettivo che finalmente copre e supera una gamma di lunghezze focali che la Nikon copriva con il 14-24 f/2.8, e cioè il nuovissimo EF 11-24mm f/4. Sarà composto da 16 elementi suddivisi in 11 gruppi, e 9 lamelle arrotondate del diaframma. La peculiarità di questo obiettivo è il fatto di mantenere le distorsioni sotto controllo in maniera meravigliosa. L’unica pecca è che non è tanto luminoso quanto la versione della Nikon, ma tuttavia in queste lunghezze focali difficilmente si hanno bisogno di grandi aperture del diaframma, in quanto si può scattare con tempi di esposizione più estesi senza incorrere in problemi di nitidezza per minimovimenti delle mani. Il prezzo è anche piuttosto elevato circa tre-mila dollari, che però va a completare la trinità, insieme al 24-70mm f/2.8 ed il 70-200mm f/2.8. Maggiori informazioni cliccando qui. Sono appene state aggiunte sull’account Flickr di Nelson_Tan delle foto scattate con questo nuovissimo obiettivo.
Nikon annuncia la prima macchina fotografica con sensore da 35mm per l’astrofotografia, la D810a. Questa nuova versione presenta un filtro modificato per l’infrarosso, che rende la fotocamera quattro volte più sensibile alla luce prodotta dall’idrogeno alpha della lunghezza d’onda di 656 nanometri. È stata aggiunta anche la modalità manuale per lunghe esposizioni che offre incrementi di tempo di esposizione di 4, 5, 8, 10, 15, 20, 30, 60, 120, 180, 240, 300, 600, 900 secondi. La Nikon ricorda che questo tipo di fotocamera non è affatto raccomandata per la fotografia di ogni giorno, e sarà disponibile a maggio. La D810a è la prima fotocamera dedicata all’astrofotografia da Nikon, mentre la Canon aveva già prodotto due fotocamere dedicate, ma con sensore APS-C, la 20Da, e la più recente 60Da, introdotta nel 2012. La D810a con il maggior numero di megapixels darà migliori risultati a tutti coloro che amano osservare e fotografare gli oggetti celesti.
Sempre la Nikon ha annunciato un pacchetto per i filmmakers che include la nuova fotocamera D750 con tre obiettivi fissi, 35mm, 50mm, 85mm, tutti f/1.8, due batterie, il microfono ME-1 della Nikon, due ND filtri, un cavo HDMI per connettere l’Atomos Ninjia 2 insieme ai suoi accessori. Il kit è già disponibile, almeno negli Stati Uniti ad un costo di quasi 4mila dollari, mille dollari meno di quanto costerebbero tutti gli accessori se comprati singolarmente. Un kit davvero utile ed attraente, ma quanto conviene usare una fotocamera con sensore da 35mm, e 24.3MP per i video? L’affare ha una certa valenza per l’Atomos Ninjia 2, che supera i limiti di durata imposti di registrazione video ed anche migliora la qualità della registrazione, permettendo in seconda seduta di sviluppare il filmato sul computer.
Olympus ha introdotto nel mercato la seconda versione dell’E-M5, la OM-D E-M5 II. Monta un sensore micro quattro terzi di 16MP che ha una speciale tecnologia che gli permette di muoversi e produrre immagini da 40MP. Ciò è possibile perché vengono catturate 8 foto in sequenza, mentre il sensore si muove nell’arco della sequenza. Tuttavia, se si scatta nella modalità RAW+JPEG, si possono salvare dei file RAW da 64MP. La gamma ISO varia da 200 a 25600, stabilizzazione su 5 assi con compensazione di 5 stop, 81 punti di messa a fuoco, uno schermo touchscreen girevole, corpo impermeabile agli spruzzi ed alla polvere, e fino a 10 scatti al secondo in RAW. La particolarità è che la stabilizzazione e la generazione di foto da 64MP è permessa grazie alla tecnologia di muovere e controllare il sensore della fotocamera. Una tecnologia molto utile e che può essere sfruttata in futuro da altre case produttrici, anche solo per la stabilizzazione, permettendo obiettivi più leggeri e meno costosi, dato che finora la stabilizzazione è fatta otticamente.
Dopo l’enorme successo degli obiettivi da 35mm e 50mm, entrambi f/1.4, Sigma ha annunciato il loro nuovo obiettivo: il 24mm f/1.4 DG HSM Art Lens. Avrà 15 elementi in 11 gruppi, le lamelle del diaframma sono 9 ed arrotondante, un diametro per filtri da 77mm, e la distanza minima di messa a fuoco di circa 25cm. L’obiettivo fa parte della nuova linea Global Vision di Sigma, e dunque sarà compatibile con il dock USB per aggiornare il firmware dell’obiettivo e fare degli aggiustamenti sulla messa a fuoco. Il prezzo è sicuramente competitivo, $849, ben metà dei rivali prodotti da Canon e Nikon. Può sembrare una lunghezza focale non particolare utile, ma su sensore APS-C si avvicina ai 40mm che sono un’ottima lunghezza focale, ma anche su sensore da 35mm, avere uno stop in più, cioè avere la possibilità di introdurre il doppio della quantità di luce rispetto a f/2.8, è sicuramente utile in certe condizioni. Sarà disponibile per fotocamere Nikon, Canon e Sigma. Sempre riguardo a Sigma, il loro obiettivo 150-600 Contemporary sarà disponibile da marzo con la montatura Canon, mentre per coloro che usano Nikon dovranno aspettare fino a maggio. L’obiettivo è già disponibile invece nella versione sportiva, anche se in questa versione l’obiettivo è veramente molto pesante, ed anche più caro di circa un migliaio di euro.
Sigma ha annunciato anche una nuova fotocamera (per chi non lo sapesse Sigma produce anche delle fotocamere), la dp0 Quattro. La fotocamera monta un obiettivo non intercambiabile con lunghezza focale di 14mm, equivalenti a 21mm, f/4.0. La peculiarità sta nell’obiettivo che è caratterizzato da quattro lenti a bassa dispersione di tipo F, che hanno una performance uguale alla fluorite, due lenti speciali a bassa dispersione, e due lenti asferiche, che includono una ampia lente asferica a due facce. Il tutto per ridurre l’aberrazione cromatica e la distorsione, che sono caratteristiche tipiche delle foto scattate con obiettivi ultra-grandandolari.
Altri due obiettivi dalla Panasonic per la loro GH4 da 16.05 MP, e video 4K,, e cioè il Lumix G Macro 30mm f/2.8 ASPH Mega O.I.S. ed il Lumix G 42.5mm f/1.7 ASPH Power O.I.S. Il primo obiettivo è un equivalente da 35mm di 60mm (clicca qui se vuoi sapere di più sull’equivalenza da 35mm) e permetterà di mettere a fuoco da una distanza minima di appena 10cm. Mentre il secondo obiettivo ha una lunghezza focale equivalente da 35mm di 85mm, la quale è un’ottima lunghezza focale per i ritratti, migliore, per alcuni, di 50mm. Gli obiettivi, almeno negli Stati Uniti, saranno disponibili da maggio.
Programmi
Un nuovo programma in competizione diretta con Photoshop è stato pubblicato e si chiama Affinity Photo, cui i creatori lo chiamano “il più veloce, armonioso e preciso, software di sviluppo fotografico professionale per Mac”. È prodotto dalla Serif, ed è stato progettato per utilizzare le potenzialità di un Mac, supportando 16-bit per canale di sviluppo, una piena cronologia di modifiche reversibili, profili di colore ICC, colore LAB, e Photoshop PSD e supporto di plug-in a 64-bit. Il software è al momento disponibile come versione beta gratuita e solo per Mac cliccando qui. Non appena sarà lanciato ufficialmente sarà disponibile sul Mac App Store con aggiornamenti gratuiti per due anni al prezzo di 50 dollari.
E parlando di programmi, sul sito francese della FNAC è apparso per errore una pagina dove si poteva comprare Lightroom 6. Il software è atteso nella prima decade di marzo ad un prezzo di circa 130 euro (secondo la pagina FNAC adesso rimossa). Il noto software di sviluppo quindi sarà ancora acquistabile come singolo prodotto, al di fuori del kit che Adobe propone, che secondo me è un furto per tutti i fotografi, precisamente di pagare una certa somma mensilmente per l’utilizzo di Lightroom e Photoshop. Tra le nuove funzionalità previste in Lightroom 6 vi sono:
– riconoscimento facciale, e possibilità di etichettare persone (simile a ciò che è disponibile in Aperture);
– creazione di foto panoramiche (strumento preso da Photoshop);
– creazione di foto HDR;
– migliorata la funzionalità di produrre delle slideshow;
– miglioramenti delle varie funzionalità già presenti, come il raddrizzamento dell’orizzonte, e degli strumenti “brush”.
Questa versione di Lightroom, infine, potrà essere installata solo su sistemi operativi pienamente a 64-bit. Per coloro che usano un computer a 32-bit, non vi è la possibilità di aggiornare. Certamente ci sono altre opzioni gratuite di software di sviluppo fotografico, ma Lightroom, seppur nato dopo Aperture (il software ideato da Apple), ha acquisito enormi potenzialità ed accuratezza, che difficilmente possono essere raggiunte da altri software.
Apple, invece, che è stata la prima a rivolgersi ai fotografi digitali con Aperture, e dopo averlo terminato (almeno gli aggiornamenti), ha annunciato il nuovo programma per la gestione e lo sviluppo delle foto, semplicemente chiamato Photos. Avrà ovviamente l’integrazione cloud su tutti i dispositivi della mela, permettendo l’accesso di tutte le foto, mantenendo i file originali sull’hard disk del computer o su iCloud. Il design del software è semplice e minimale, in linea con il nuovo sistema operativo. Presenta un buon numero di strumenti di sviluppo, ma più per modifiche veloci e minime, senza la potenza che può essere trovata in Lightroom o Aperture. Permette di usare il pennello, ma si può solo controllare la dimensione, ma non l’intensità, indicando che sia più un sostituto di iPhoto, che di Aperture, l’unico rivale di Lightroom. Presenta quattro sezioni: Foto, Condivise, Album, Progetti, e le foto potranno essere visualizzate per Anni, Collezioni, e Momenti. Sarà disponibile nella primavera come aggiornamento gratuito.
Curiosità
Il canale YouTube di SlowMoGuys ha pubblicato un video che mostra come funziona il meccanismo dell’otturatore in una fotocamera Canon 7D, usata per filmare i loro video, almeno quando non usano la loro Phantom Flex per le parti in slow motion. È un filmato molto utile per capire come la fotocamera vede il mondo. Si nota che quando si schiaccia il pulsante dell’otturatore per scattare una foto in una DSLR, ciò che succede in ordine è: lo specchietto si alza, in maniera molto rapida e vibrando sensibilmente, ma per pochissimo tempo. Questo tipo di vibrazione può influenzare i tempi di esposizione compresi tra il secondo ed un quinto di secondo. Una volta alzato, il sensore viene esposto dall’alto verso il basso con l’ausilio di due saracinesche che si separano da una certa distanza e si muovono in maniera alternata, per tempi di esposizione lunghi, ed invece sono abbastanza vicini e si muovono simultaneamente per tempi di esposizione molto rapidi. Di seguito il filmato, in inglese:
Ultimamente nel mondo dei video si è fatto avanti il nuovo formato da 4k, ma è stato rilasciato il primo video, un timelapse, con la risoluzione di 10k. Il fotografo Joe Capra ha utilizzato una PhaseOne IQ180 da 80Mpixel e ha creato un video timelapse in Brasile. Dato che nessuno ha uno schermo da 10K, ovviamente lo ha adattato alla risoluzione del FULLHD, ma ha inserito dei potenti zoom, fino al 100%, per mostrare le capacità del 10K.
Nel mese di febbraio sono stati annunciati i vincitori del World Press Photo, visibili cliccando qui. Tuttavia una curiosa statistica è stata fatta analizzando i dati EXIF disponibili tra le foto vincitrici, e si è notato che Canon ha stravinto con ben 23 foto scattate con una fotocamera Canon (prima fra tutte la 5DIII, seguita dalla 1D-X, ed infine la 5DII), 7 foto scattate con fotocamera Nikon (con molte fotocamere con sensore da 35mm), ed anche una foto scattata con un iPhone, oltre a Mamiya, Hasselblad, Olympus. Da notare come il sensore da 35mm vince ancora tra i professionisti, ma come alcuni formati particolari (iPhone in primis), cominciano a farsi strada. Cliccando qui potrete visualizzare l’articolo originale.
Photoshop, altro software prodotto da Adobe, compie 25 anni! Nato nel 1990, è diventato uno dei programmi leader nell’industria grafica, tanto da coniare anche un verbo photoshoppare. Come prevedibile, però, è stato anche usato negli anni per coprire le imperfezioni delle star, creando tuttavia un falso senso di bellezza. Lo stesso software è stato usato da governi ed organizzazioni per motivi di propaganda, motivi che sono sempre stati presenti (è sufficiente ricordare la foto di un comizio di Lenin da cui era stato tolto Trotsky: ancora non era stato inventato Photoshop, ma l’idea era già presente), ma con Photoshop queste idee hanno trovato un nuovo stimolo. Al di là dell’odio o dell’amore verso questo programma, sicuramente è un software molto utile per i nuovi artisti grafici. È disponibile oggi in due versioni:
– Photoshop Elements 13, disponibile come prodotto singolo per €82,96;
– Photoshop CC (versione completa e più ricca) come kit e in sottoscrizione con Lightroom a partire da €12,19 al mese.
Per chiudere in bellezza e con una riflessione parliamo della famosa foto del vestito. È bianco ed oro, o blu e nero?
La risposta è: dipende. Di seguito un video (in inglese) che spiega il fenomeno del perché non si riusciva a mettere la parola fine sul colore del vestito. Ma al di là del vestito (che era in realtà blu e nero), ciò che interessa, dal punto di vista fotografico, è che non sempre i colori che vediamo nelle nostre foto sono visti nella stessa maniera da altre persone, ed anche da noi stessi! Per questo, quando si sviluppa una foto sul computer, occorrono opportune luci esterne, in modo da non influenzare il cervello a compensare per colori che non esistono. Sicuramente, con la pratica, si può allenare il cervello a limitare questi compensi, e fidarsi un po’ di più degli occhi.
Al prossimo mese con altre novità e curiosità!
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