L’esposimetro presente in tutte le fotocamere ha subito negli anni diverse modifiche, ed oggi vi sono alcune modalità di lettura. Si basano tutte sullo stesso principio: ciò che varia è la sezione della cornice fotografica da cui si ottiene la lettura. Conoscere queste modalità è importante, in quanto ogni modalità è più idonea in certe situazioni, particolarmente ardue per la nostra fotocamera quando deve decidere l’esposizione corretta.
L’esposimetro è quello strumento che la fotocamera usa per determinare la combinazione di tempo di esposizione, apertura del diaframma, e sensibilità del sensore, affinché si abbia una corretta esposizione (secondo la fotocamera). Quando ancora si scattava con la pellicola, i fotografi professionisti, per evitare di scattare invano, utilizzavano l’esposimetro portatile che indicava loro il valore di apertura del diaframma o il tempo di esposizione da utilizzare. Solitamente la sensibilità era “obbligata” dalla pellicola che si usava, ed inoltre si doveva aspettare di entrare nella camera oscura per vederne il risultato, e sviluppare la pellicola in maniera adeguata. Oggi fortunatamente tutte le fotocamere hanno uno schermo, seppur di piccole dimensioni, su cui possono essere visualizzate molte informazioni, e soprattutto l’immagine appena fotografata.
Le più comuni modalità di misurazione dell’esposimetro sono:
- Valutativa (denominazione delle Canon), o a matrice (denominazione delle Nikon);
- Media pesata al centro;
- Spot;
In alcune fotocamere Canon vi è anche la modalità “lettura parziale”, che è simile alla lettura della modalità Spot, solo che l’area di lettura è circa due volte più grande.
L’esposimetro funziona sempre, sia nelle modalità di scatto manuale, dove si limita ad indicare la lettura, ed è il fotografo che cambia le impostazioni per raggiungere l’esposizione desiderata, sia nelle modalità di scatto automatiche o semi-automatiche, dove l’esposimetro non solo legge la scena, ma anche decide sulle impostazioni per raggiungere il famoso valore zero.
L’esposimetro lavora bene se e solo se la scena è illuminata correttamente: nella realtà quasi mai. Quando la scena presenta un’illuminazione articolata, l’esposimetro è facilmente preso in giro da parti molto luminose o particolarmente buie, dando valori di esposizione non corretti, cioè foto non esposte correttamente. Se per esempio scattiamo una foto ad un cielo privo di nuvole l’esposimetro ci darà una lettura corretta, e potremmo scattare tranquillamente la nostra foto. Tuttavia se sono presenti delle nuvole, oppure vogliamo includere degli alberi o degli edifici, l’esposimetro andrà in panne. Se introduciamo elementi luminosi o comunque con colori molto chiari, le nuvole per esempio, che riflettono molta luce, la lettura dell’esposimetro darà una foto scura, cioè sottoesposta. Se invece ci sono elementi scarsamenti illuminati, come alberi od edifici, ed occupano una parte importante della cornice della foto, allora l’esposimetro aggiusterà per le parti scure, facendo risultare il cielo particolarmente illuminato, con colori non naturali.
Lettura valutativa o a matrice
La modalità base di lettura è valutativa (Canon) o a matrice (Nikon). Ciò che fa la fotocamera è dividere l’intera cornice fotografica in diverse zone, analizzate individualmente per tonalità chiare e scure, facendone poi una media, da cui deriva la lettura. Un fattore molto importante è quale punto di messa a fuoco è stato impostato. Infatti dopo avere letto tutte le zone, l’esposimetro da una certa enfasi alla zona dove è presente il punto di messa a fuoco prescelto, facendone dunque una media pesata. Questo è il meccanismo di base, che poi varia leggermente da produttore a produttore. Per esempio nelle fotocamere Nikon, questa modalità fa anche una comparazione con un database di migliaia di immagini per calcolare l’esposizione (però se si scattano foto in condizioni di luce sempre diverse, questa media non è molto veritiera).
Questa modalità di lettura è la più sfruttata in qualsiasi tipo di fotografia, dato che svolge un egregio lavoro a dare un’esposizione molto veritiera in gran parte delle situazioni.
Lettura con media pesata al centro
Utilizzare tutta la cornice fotografica per effettuare la lettura, alcune volte, non è consigliabile. Per esempio se si sta scattando ad un concerto, oppure con il tramonto alle spalle del nostro soggetto, la fotocamera sarà ingannata dalle luci presenti nella cornice ma che non sono il nostro vero soggetto, anche se faranno parte della nostra composizione. In questo caso viene in aiuto la seconda modalità più comune nelle fotocamere. L’esposimetro terrà conto solo di una porzione centrale della cornice fotografica, tralasciando tutto ciò che si trova ai bordi. Di solito nel mirino, o sullo schermo se si scatta in Live View, apparirà un riquadro al centro: sarà all’interno di questo riquadro che dovremmo porre il soggetto, effettuare la lettura, impostare la fotocamera, comporre lo scatto ed infine scattare la foto, la quale risulterà ben esposta per il nostro soggetto.
Questa modalità va dunque utilizzata quando vogliamo scattare foto di persone, o di soggetti che occuperanno una porzione della foto finale, e che sono in condizioni di luce difficili.
Lettura con spot
Volendo limitare ancora di più l’area di lettura per l’esposimetro, si sfrutta la modalità Spot. In questa modalità ciò che legge l’esposimetro è solo l’area intorno al punto di messa a fuoco, di solito quello centrale. Un possibile scenario per la sua utilizzazione è quando si pratica la fotografia naturalistica o sportiva, dove i soggetti si muovono molto velocemente in ambienti che cambiano molto di luminosità tra zone fortemente illuminate e zone in ombra, ed occupano una minima parte della cornice fotografica. Un altro scenario in cui questa modalità può risultare utile è quando si fotografa la Luna. Essendo un corpo celeste che occupa una minima parte della cornice fotografica, il più delle volte, ed essendo molto luminosa rispetto al cielo della notte, tramite la lettura Spot, stiamo valutando l’esposizione corretta per la luna, affinché non sia un punto bianco bruciato, senza alcun dettaglio dei suoi crateri.
Ovviamente le fotocamere più avanzate (e costose), presentano degli esposimetri molto più avanzati, e soprattutto personalizzabili, in base alle esigenze particolari di fotografi professionisti piuttosto esigenti. Da ricordare inoltre che l’esposimetro è anche influenzato dai colori: se per esempio fotografiamo soggetti con colori scuri, l’esposimetro tenderà ad esporre affinché quei colori siano chiari, risultando così in colori falsati. Oppure se fotografiamo con colori chiari, come per esempio sulla neve, l’esposimetro tenderà a scurirli, fino a rendere la neve, continuando l’esempio, di colore grigio. In questi casi toccherà al fotografo valutare se sottoesporre, o sovraesporre la foto, dopo averla osservata sul retro della fotocamera, possibilmente guardando anche l’istogramma.
Spero di essere stato chiaro, ma se aveste dei dubbi non esitate a lasciare un commento qui sotto. Se questo articolo vi è stato utile, allora per favore mettete un mi piace e condividetelo: potrebbe aiutare altri! Inoltre, se non volete perdere gli altri articoli sulla fotografia, iscrivetevi alla newsletter in modo da essere notificati quando un nuovo articolo è pubblicato.
sempre interessante seguirti per me un “muss” (obligato piacerer”) seguirti se voglio imparare e sapere di piú…tu per fortuna sei una sponda sicura!
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Grazie! Per ora andrò un po’ a rilento, ma ho tanto in cantiere!
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