Una notte al Castello

In una mia visita nel mio paese, sono riuscito ad avere un cielo limpido ed un’atmosfera tersa per un mio più grande progetto, oltre che per questa nuova rubrica dove voglio documentare le mie escursioni fotografiche.

Il soggetto principale è il Castello di Caltabellotta, una struttura cui aspetto odierno risale ad un restauro nella seconda metà del secolo scorso, ma cui origini si perde nella notte del tempo. È constatato che i normanni, nel 1090, riedificarono il castello, dopo avere riconquistato la Sicilia dagli Arabi, per creare una fitta rete di castelli e luoghi di osservazione riuscendo a collegare la costa meridionale fino alle porte di Palermo.

Infatti, dall’alto del pizzo di Caltabellotta alle cui pendici sorgeva il castello, si riesce ad avere una visuale che spazia dall’isola di Pantelleria, visibile in particolari condizioni meteorologiche e del mare, fino ai monti di Alcamo e dunque tutta la valle di Mazara, essendo l’ultima montagna nella parte sud-occidentale. Nelle giornate particolarmente terse, ormai in drastica diminuizione per via della forte antropizzazione, è possibile, stando ai racconti delle persone più anziane, vedere anche l’Etna.

Storicamente è accertato il rifugio da parte della regina Sibilla, moglie di Tancredi alla morte di quest’ultimo. Insieme al figlio Guglielmo III, troppo giovane per salire al trono, trovò riparo proprio qui, per organizzare la difesa dell’isola siciliana all’attacco di Arrigo VI, il quale voleva estendere il suo potere.

Il castello fu in uso fino a metà del 1700, quando ne fu proprietario Antonio Alvares Toledo duca di Bivona. Dopo di allora, il castello cadde in rovina. Solo nel 1984 furono avviati i lavori di restauro, guidati dall’architetto S. Braida.

Quindi quale migliore modo per esaltare un luogo ed un monumento che ha visto il trascorrere di secoli, se non con uno sfondo di stelle che mostrano appunto il passare del tempo.

Durante questa escursione ho anche intenzione di fotografare le vallate circostanti ed altre angolazioni della città di Caltabellotta. Vediamo innanzitutto l’attrezzatura minima necessaria.

Attrezzatura

La fotocamera è la mia fidata Canon EOS 70D. Una fotocamera molto versatile con un buon numero di pixel per effettuare stampe anche grandi senza problemi.

Per quanto riguarda la foto con le stelle, è indispensabile un buon obiettivo grandangolare per un’ottima copertura del campo di veduta, oltre che possibilmente luminoso. La mia scelta è il Tokina 11-16mm f/2.8 DXII, a cui ho affiancato anche uno zoom, per comprimere il paesaggio e concentrare in una foto diversi piani che altrimenti sarebbero troppo lontani, e cioè il Canon EF-S 18-135mm f/3.5-5.6 IS STM, davvero un ottimo obiettivo.
Siccome starò all’aperto per alcune ore, e fotograferò ad un’alta sensibilità, è consigliabile avere anche un battery-grip con due batterie, per avere energia sufficiente per tutta la durata della sessione. Cambiare batterie durante la sessione può essere un errore fatale: infatti si può perdere tempo e rovinare la regolarità degli scatti, o, peggio, spostare la macchina fotografica e rovinare l’inquadratura per un’unione molto più difficoltosa se non impossibile.

Chi fa fotografia di paesaggio, soprattutto se si volessero unire varie esposizioni, è indispensabile un treppiede stabile e solido, con relativa testa sicura. Io utilizzo un treppiede Benro con una testa fotografica Manfrotto 496RC2.

Per azionare la fotocamera ad intervalli regolari, ho utilizzato il cavetto e l’applicazione TriggerTrap. Purtroppo ha chiuso per ragioni economiche a causa di un progetto fallito, dunque apprestatevi a prendere un cavo per la vostra fotocamera. Questo cavo l’ho collegato al mio iPod su cui è installata una vecchia versione della app che non permette lo spegnimento dello schermo (le versioni moderne invece continuano a funzionare anche a schermo spento, risparmiando la batteria del device), pertanto ho portato con me anche la batteria esterna RavPower Deluxe da 13000mAh, davvero ottima.

Tutta questa attrezzatura è stata portata con l’ultimo arrivato: il mio zaino Tamrac TC-T0230 Anvil, capiente e comodo, oltre ad una bottiglietta d’acqua.

Come affrontare la sessione

Per sessioni fotografiche notturne, come questa, dato che il castello è rivolto verso est ed è illuminato dunque la mattina, è bene fare un sopralluogo il giorno prima, in modo da conoscere bene il territorio circostante e sapere fino a dove ci si può spingere in piena sicurezza. Inoltre è più semplice cercare una bella composizione durante la giornata.

Nella notte i movimenti saranno più difficoltosi, per ovvie ragioni, pertanto è bene avere una certa memoria di cosa fare.

Inoltre è bene portare almeno una bottiglietta d’acqua, per rimanere idratati.

La sessione fotografica

Prima di tutto le stelle. Per fotografarle ho realizzato un tutorial approfondito dove avrete tutte le informazioni possibili per fotografarle al meglio. Le impostazioni finali sono state:
sensibilità del sensore pari a 3200 ISO;
apertura del diaframma a f/2.8;
tempo di esposizione di 30s.

Mettendo a fuoco manualmente ad infinito, ho scattato 275 foto in un intervallo di 2 ore e mezza, incluse pienamente nella notte, in modo da non avere interferenze con il crepuscolo. L’intervallo era di 33 secondi, sufficiente per permettere alla fotocamera di registrare la foto appena scattata sulla scheda di memoria.

Arrivati all’ora blu, ho abbassato la sensibilità del sensore ad ISO 100, per avere la migliore qualità possibile dalla fotocamera, e l’apertura del diaframma l’ho chiusa ad f/8, mettendo a fuoco sul castello, in modo da avere la miglior nitidezza dall’obiettivo. Il tempo di esposizione variava dai 30 ai 10 secondi. Ho scattato una decina di foto da cui scegliere poi durante lo sviluppo.

Subito dopo ho cambiato con lo zoom ed ho sfruttato i bagliori del sole, che si apprestava a spuntare, per fotografare alcuni soggetti. Una parte del paese, ancora con le luci accese ed una striscia di cielo rosso: in questo caso ho scelto di fare 7 scatti in bracketing, con tre di essi sotto-esposti, per avere il dettaglio del cielo, fin troppo luminoso, ed altri tre sovra-esposti, per avere quanti più dettagli possibili sul paese.

Successivamente mi sono concetrato sulle valli in lontananza con la piena dei fiumi di nebbia. Sfruttando il massimo zoom possibile ho scattato una raffica di tre scatti, uno sotto-esposto ed uno sovra-esposto, con il terzo essere ciò che la fotocamera pensava essere l’esposizione corretta.

Finito il versante sud-orientale, mi sono rivolto al versante settentrionale. Qui ho scelto di fare sempre un bracketing di tre esposizioni, questa volta cambiando la messa a fuoco: prima sul soggetto in primo piano, dopo sullo sfondo. Questo per ottenere una foto nitida su più piani che altrimenti non lo sarebbero. Avrei infatti potuto scattare ad f/16 od f/22, ma avrei introdotto gli effetti della rifrazione, pertanto f/10 è il massimo che si può utilizzare per avere il miglior risultato.

Il sole stava cominciando a spuntare e dunque ho abbandonato il castello e sono andato sul monte Gogàla, poche decine di metri più ad est, per fotografare una visuale sul paese, che era illuminato dalla nostra stella di un vivo colore rosso. Infine per fotografare proprio il sole sorgere sulle rocce, facendo una doppia serie di bracketing. Nella seconda ho coperto il sole con il dito per evitare l’effetto del flare, gli strani riflessi che si ottengono quando si punta l’obiettivo ad una forte sorgente luminosa.

Il risultato

Ed ecco di seguito le foto realizzate in quella sessione. La foto del castello è una foto doppia perché ho realizzato sia uno star-trail uniforme, sia uno con solo 100 foto per far apparire le stelle come delle tante comete che riempiono il cielo. Sono entrambe mie preferite. Per vedere le stelle in movimento, o meglio la rotazione terrestre (perché le stelle, benché anch’esse si muovano nell’universo, nel tempo di poche ore sono pressoché ferme rispetto alla rotazione del nostro pianeta) guardate il video sopra.

Castle in the sky.

Early rise.

Sicilian landscape.

Sicilian rocky landscape.

Kissed by the sun.

Dawn amongst the rocks.

Castle in the sky.

Spero di essere stato chiaro, ma se aveste dei dubbi non esitate a lasciare un commento qui sotto all’articolo, che se lo avete trovato interessante vi invito a condividere: magari interesserà anche altri. Inoltre se non volete perdere i prossimi articoli iscrivetevi al mio blog!


2 risposte a "Una notte al Castello"

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